RISULTATI

AURUMFOLIUM:

innovazione del progetto e risultati attesi

Le piante officinali rappresentano un mercato in continua espansione, infatti l’utilizzo di functional food e di integratori alimentari è molto incrementato negli ultimi anni e la produzione italiana di queste specie al momento non è sufficiente per coprire i fabbisogni. In questo contesto, due aziende agricole toscane (Olive Grove Partners (OGP) e Fattoria Pianporcino hanno deciso di diversificare la propria attività introducendo la coltivazione di piante tipiche della macchia mediterranea da cui preparare fitoestratti (per integratori alimentari o ingredienti funzionali e/o affinamento di prodotti del sistema caseario locale) o da lavorare direttamente per formulare integratori alimentari (tisane o liofili). Le specie mediterranee sono piante ad alto contenuto di polifenoli, metaboliti secondari con provate attività sia nutraceutiche che farmacologiche. Sebbene la Farmacopea evidenzi che alcune di queste specie hanno azioni farmacologiche, la loro coltivazione su larga scala è al momento scarsa. Nel corso del 2017 il DAGRI dell’Università di Firenze e OGP, sulla scia di queste evidenze scientifiche hanno effettuato test di laboratorio per investigare le proprietà delle foglie del corbezzolo evidenziando possibili utilizzi in campo nutraceutico e farmacologico.

Il trasferimento tecnologico delle conoscenze scientifiche e delle metodologie già precedentemente sviluppate da DAGRI e IPSP a queste aziende permetterà di ampliare la coltivazione di piante mediterranee e di ottimizzare la standardizzazione del contenuto di metaboliti secondari di interesse nutraceutico, in modo da produrre materiale vegetale (foglie, fiori e frutti) con alto valore aggiunto e implementare le prospettive di tornaconto per le aziende agricole con nuovi prodotti da inserire sul mercato. Le piante di interesse delle due aziende agricole sono: il Cistus incanus (cisto), il Myrtus communis (mirto), il Pistacia lentiscus (lentisco), l’Arbutus unedo (corbezzolo) e l’Olea europaea (olivo). Tutte le specie selezionate risultano particolarmente adatte alla coltivazione con bassi input agronomici, quali i terreni marginali delle zone costiere o insulari toscane. La possibilità di estrarre economicamente questi composti offrirebbe ricadute economiche importanti consentendo alle aziende agricole di individuare fonti di reddito alternative a quelle tradizionali e, in alcuni casi, di recuperare con efficacia i terreni agricoli “marginali” grazie ad un programma di azioni di formazione e divulgazione sviluppati con le aziende promotrici del progetto AURUMFOLIUM.

Risultati concreti attesi

Risultati agronomici:

1) implementazione dei migliori protocolli di coltivazione per le piante della macchia mediterranea in impianti creati ad hoc con sesti d’impianto intensivi e super-intensivi;

2) ottimizzazione e standardizzazione delle pratiche agronomiche finalizzate all’ottenimento di alte concentrazioni di metaboliti secondari nelle foglie, gemme e frutti delle piante coltivate nelle aziende agricole;

3) monitoraggio dello stato di salute delle piante delle condizioni ambientali mediante sensori di temperatura, umidità e pressione e qualità dell’aria.

Risultati ambientali:

1) minimizzazione dei volumi idrici e di fertirrigazione tramite attuazione di stress idrici e nutrizionali controllati;

2) utilizzo di strumenti che consentano il monitoraggio in tempo reale delle principali variabili ambientali e l’invio tempestivo delle informazioni finalizzati all’efficiente gestione di impianti in regime di agricoltura biologica;

Risultati economici:

1) utilizzo di specie tipiche dell’ambiente mediterraneo come fonte di materiale vegetale ad alto valore aggiunto di interesse nutraceutico: integratori erboristici (tisane), ingredienti funzionali o di affinamento per prodotti del sistema caseario, cibi ad alto valore antiossidante (liofili);

2) riduzione delle principali voci di costo quali concimazioni, irrigazioni, spese di energia e manodopera;

3) cattura e identificazione tempestiva dei parassiti alle colture in modo da ridurre il numero di trattamenti e avere positive ricadute ambientali.

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